La Fondazione ed il periodo bellico

Il coraggio e la tenacia di Don Costante Mattavelli e di 28 lavoratori, primi soci dell’Istituto, sono all’origine della nostra storia. La data è il 29 aprile 1903, la denominazione Cassa Rurale.

L’obiettivo che il nuovo istituto voleva perseguire era ambizioso: debellare l’usura allora tanto diffusa nel mondo contadino. Che tale problema fosse all’ordine del giorno lo dimostra il fatto che i soci alla fine del primo anno di vita della Cassa Rurale di Carate Brianza erano saliti a 114.

D'altra parte, nei primi anni della sua esistenza la Cassa Rurale conobbe una crescita costante e graduale, andando di pari passo con il progressivo diffondersi del processo di industrializzazione in Italia.

Con l'avvento del fascismo e durante il periodo della seconda guerra mondiale attraversò uno dei momenti più critici della sua giovane vita. Durante il ventennio fascista, la ristrutturazione del credito, che venne assoggettato ad una legislazione a statuto speciale, autorizzò le Casse Rurali alle operazioni di credito agrario, ma anche alla sua estensione al settore dell'artigianato. E in questo si adeguò la Cassa di Carate, la quale, a differenza di altre "consorelle" che vennero soppresse o chiuse, riuscì a continuare la sua attività.

Nonostante ciò, alla fine del periodo fascista le condizioni della Cassa Rurale ed Artigiana (il passaggio da un'economia prettamente agricola ad una economia che vedeva il nascere delle prime piccole industrie e di sempre più numerose botteghe artigiane impose l'aggiunta del termine artigiana a quello rurale) non erano assolutamente floride. Occorreva risollevare le sorti dell’istituto, contribuendo al risveglio economico del territorio di competenza.

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